giovedì, giugno 28, 2007

"nuova cartella"

Una volta i pc, erano poco più che un estensione della macchina da scrivere, solo avevano qualche passaggio in più. Si scriveva su una tastiera ergonomica di 40 kg, sullo schermo (terminale) venivano visualizzati i dati da te immessi e un grosso server, grosso quanto una stanza e che per ragioni di sicurezza era posizionato a kilometri da te, li elaborava, e successivamente sparava indietro i dati ad una stampante, che colpita nell'animo, punzecchiava a velocità inaudita un foglio, che piano piano usciva, dopo averti fatto venire un mal di testa allucinante. (stampanti ad aghi = martello pneumatico)
Oggi i pc sono intelligentissimi, sono in grado di darti consigli su come utilizzarlo, hanno una guida in linea, e hanno utility di recovering per gli utenti distratti.
Beh, a PROVA DI BOMBA!

Ma non è proprio così.
Ho notato, lavorando 3 anni a fianco di persone costrette ad utilizzare il computer per lavoro, i problemi che scaturiscono dall'uso non dipendono tanto dai pc, ma dalle persone stesse.

Io: "allora, questo è il tuo nuovo computer..."
nuovo utente: "ahh guarda, io sono proprio negato coi pc (ha ha ha)"
Io: "Ah Ah"

30 minuti dopo

nuovo utente: "è uscita una roba strana, che devo fare?"
io: "vediamo..."
Schermo del pc: "sono stati installati degli aggiornamenti windows. premere ok per continuare"
io: "..."
nuovo utente: "quindi?"
io: "che c'è scritto?"
nuovo utente: "e va beh, ma io che ne so"
io: "..."

45 minuti dopo

nuovo utente: "non so come si fa a cambiare la graffeta"
io: "cosa?"
nuovo utente: "massi, la graffettina, voglio il micio"
io: "odio i gatti"
nuovo utente: "ma come? dai dai su..."
io: "...."


In 3 anni ho scoperto come l'utente senza un istruzione pcistica sappia di natura cambiare lo sfondo del desktop e cambiare le icone del mouse. Ma non sanno stampare, non sanno salvare, non sanno minimizzare le finestre. Non me lo spiego.

65 minuti dopo

nuovo utente: "scusa, ho salvato il file ma non lo trovo più."
io: "hai provato a usare il cerca file?"
nuovo utente: "no"
io: "prova"
nuovo utente: "ma non so come si chiama"
io: "...."

il desktop è costellato di file, copie di quei file e copie delle copie. Ok mi dico, sono errori comuni a chi è alle prime armi col mouse. Pazienza impiegato, pazienza...

io: "dovrebbe essere questo, mi confermi?"
nuovo utente: "Ah si si è quello! sai, sono proprio negata col pc"
io: "tranquilla, si impara. tu piuttosto prova a farle da sola, se sbagli intervengo io, non preoccuparti."

La prima regola che ti insegnano in nei corsi di medica è quella di tranquillizzare la vittima.

Beh? perché nessuno mi tranquillizza mai?


98 minuti dopo (prima di morire ovviamente e casualmente sono le 17:50)

nuovo utente: "scusami se ti rompo a quest'ora, sai, sono negato al pc, ma ho un problema!"
io: "vediamo"

Schermo blu di windows. noi tutti sappiamo che vol dire. al 90% delle volte una bella formattazzione.

nuovo utente: "stavo salvando un file, e poi è uscita sta roba qua"
io: "impressionante, davvero."
nuovo utente: "fai il sarcastico?"
io: "no davvero, mi fai sentire utile."

martedì, giugno 26, 2007

Frustrazione. Perenne.

La mia vita è costellata di punti morti, di momenti nei quali cedi il passo al passivo.
Il primo grande momento non fu scoprire che babbo natale in realtà era mio padre, ma fu scoprire che la benevolenza e la magnaminità delle Suore di nostro Cristo Signore, si basava su ritmici schiaffeggiamenti conditi da urla di inaudità complessità grammaticale. L'autorità cattolica era una variante affascinante degli insegnamenti del dot. Adolf Hitler. Non a caso, la Suor Superiora ( l'Himmler della situazione ) possedeva in versione tascabile il Mein Kampf. Che dire, invece di fare dei documentari basati su documenti ritrovati nel 1938, potrebbero benissimo filmare l'interno di una scuola privata gestita da quelle sante donne con l'imene in decomposizione.

La seconda grande delusione fu scoprire alla fine della terza media che ciò che volevo fare da grande non era possibile. Mi spiego meglio, insieme alle suore, la mia grande passione era l'areonautica spaziale seguita da quella militare/civile. Il mio sogno era poter un giorno pilotare un tomcat nel cielo, superare la barriera del suono, Vivere oltre il limite... ma dopo anni passati a sognare, progettare etc etc, dovetti affrontare la realtà dei fatti e fu come essere investiti da mangiaroccia, che accortosi del malfatto, chiedeva scusa con l'aria da innocentino.

Omone: "Tu non potrai mai guidare un aereo, verresti scartato a priori perchè porti gli occhiali"
io: "Ma come, ci sarà un modo"
Omone: "NO"
io: "DOH!"

La terza grande delusione fu scoprire come veniva applicata l'informatica in campo aziendale. Visto che "porto gli occhiali", decisi che il mio futuro doveva essere l'informatica, io ero lo stereotipo vivente del topo da laboratorio che in quegli anni stava uscendo allo scoperto e acquisendo persino un certo fascino! Negli anni spesi a imparare, certo non da studente modello, le vie dell'informatica fatta oltre che da bit e byte, ne appresi la cosa più importante, ovvero la logica di programmazione finalizzata a facilitarne l'uso e ottimizzarne i risultati.
Catapultato nel mondo del lavoro appresi invece che quello che avevo imparato, non esisteva. Ma per capirlo mi bastò tenere aperto un windows e aspettare che crashasse senza motivo.

L'ultima delusione l'ho avuto stamattina, forse non è paragonabile alle 3 di prima, ma è stata decisamente traumatica. Ho scoperto in me, una innata passione nell'usare l'apparecchio fotografico denominato dai più, macchina fotografica. Non l'avreste mai detto vero?
Ebbene, ho iniziato con una digitale compatta, per poi passare ad una digitale/compatta/conqualcheopzioneinpiù ed ora mi trovo ad un passo decisivo. Perchè ho fatto un corso e ne farò un'altro di fotogiornalismo a settempre, e avendo dei limiti allucinanti con la macchina che mi ritrovo ora, ho chiesto consiglio su che macchina prendere alla fotografa professionista Valentina Cusano, nonchè insegnante del mio ultimo corso. Il consiglio è stato prezioso, se non fosse che stamattina, informandomi sui prezzi, ho letto la spaventosa cifra di 1100 euro.
Ci sono rimasto un po' male, voi potete capirmi.....

boh.

giovedì, giugno 21, 2007

l'uomo non cambia mai. Ma anche no!


E' vero, è sempre lo stesso parassita di sempre. Da quando ha imparato ad accendere il fuoco è stato un degrado contiuno. Ed io?
Stamani, davanti allo specchio i miei occhi hanno scorto tra le gocce di acqua che colavano a picco e trascinavano via le lacrime, il volto di un uomo che non conosco a fondo.
Forse è l'uomo che diventerò.
Ieri avevo spulciato tra le mie vecchie foto ed ho riso vedendo quanto la mia faccia raffigurasse appieno lo stereotipo del pirla. Si, non lasciavo trasfigurare nient'altro che quello.
Un pirla.
L'uomo dietro allo specchio invece sembrava segnato dal dolore. Sembrava chiedere pietà dei suoi peccati, anche se ormai, sembrava rassegnato a subirne le conseguenze. Spero davvero di aver visto in lui il futuro. Spero non sia troppo tardi per cambiare il volto di quell'uomo.
Io oggi non penso di avere la faccia da "pirla", ma forse non ho capito nemmeno io chi sono. Navigo nella confusione più totale. Detesto cose per le quali fino a tre anni fa andavo matto, amo cose per le quali fino a tre anni fa provavo disgusto.
Poche cose che amavo all'ora amo tuttora... ma solo per una l'amore è cresciuto in un mondo a parte ed è ormai la scarica elettrica che accende le mie emozioni.
Le persone cambiano, di continuo, e so che cambierò pure io, ne sono la provo queste parole.
Ora l'unica cosa importante è capire se posso ancora cambiare in meglio, perché fra tre anni non voglio specchiarmi e vedere ciò che ho visto stamattina.
Non farò un libro, tanto meno un film, mi accontenterò di far sorrire la persona giusta.

mercoledì, giugno 20, 2007

BICchiamoci

In questo momento ho davanti a me due biro, per l'esattezza due bic, la "penna del popolo".
Forma esagonale, tappino in fondo, e marchio bic in rilievo.
Sono identiche, uguali. Sono uguali agli occhi di un cieco, e lo erano pure per me fino a poche ore fa.
L'uguaglianza delle forma finale inganna, le due penne arrivano da produzioni diverse, l'inchiostro è leggermente diverso, e celano dietro di loro una storia. Esperienze diverse, passate di mano in mano, fino ad acquisirne difetti e pregi.
Ora sono entrambe in mano mia, e visto l'accoppiata perfetta, mi impegnerò affinchè entrambe rimarranno nel mio porta penne dove, sono sicuro, staranno bene e protranno concludere il loro inchiostro in pace, lontane da mani appiccisose e maldestre.

lunedì, giugno 18, 2007

But parlo Turkish o are altri that non capiscono un dick?

Sono 2 ore che mi trattengo dall'andare al cesso, e finalmente arriva l'opportunità di liberarmi dai miei peccati.
Il bagno è casualmente libero, e calcolando le varie leggi di Murphy, io risulto la persona più fortunata del mondo. Solo per oggi ovviamente.
I miei peccati invadono con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno i tubi fogniari, ma nel mentre, qualcuno bussa alla porta. Da fuori si può notare benissimo la luce accesa e la porta chiusa, con tanto di cartello sulla porta che ora cito: "con luce accesa e porta chiusa bagno occupato".
Alzo lo sguardo al cielo, chiedendo pietà per la persona che osa interrompere uno dei momenti più piacevoli di questa assurda giornata di merda.
Costei si pronuncia, dice: "Occupato?"
Mi tocca rispondere, pronuncio educatamente trattenendo lo spasmo di piacere: "Così pare..."
Convinto che il dialogo si chiudesse mi riconcentro sul momento, ma aimè il demonio si pronuncia di nuovo: "e quindi?"
Ho a che fare con deviati mentali. Io non ho risposto, perchè è chiaro che solo dei spiacevoli insulti sarebbero potuti uscire dalla mia bocca, e io non voglio uccidere moralmente le persone... no, non mi pare giusto.
Alla fine capisce, e sento ritirarsi negli inferi Belzebu.
Il luogo di lavoro è uno zoo. Di uomini. Ed io, voglio tornare a lavorare con gli animali.

mercoledì, giugno 13, 2007

Svegliarsi? perchè...

La mattina non è un momento della giornata come le altre, non si può ridere, non si può parlare, non si può compiere atti concreti. La vegetazione è una virtù della mattina, e non deve essere violata.
E' una semplice questione di rispetto, se non sei presente con lo sgardo, evitare di proporre azioni che comportino l'uso di due mani, o uno sforzo logico che supera il calcolo 2+2.
E' rispetto, io non rompo i coglioni a te, tu non li rompi a me.
Quando arrivi sul posto di lavoro, e cosa buona e giusta, lasciarmi in pace.
Domande del tipo "come va?", "emm, scusi, emm avrei bisogno, emm..." NO. VAFFANCULO.
Si chiama rispetto, mi fai andare in ufficio, mi fai prendere il caffe, e poi aiuterò anche i muratori a spaccare i muri. Ma prima di quei semplici e indispensabili atti mattutini non mi devi cagare il cazzo.
Ma è evidente che la comprensione delle persone è finita giù per lo scarico del cesso, e ci ritroviamo circondati da stronzi parassiti che non fanno altro che rovinare la mia esistenza.
Il mattino, a mio parere, esiste per dare alla persona che si sveglia, la voglia di iniziare, la voglia di esistere, e per inebriarsi di questo, l'uomo ha bisogno di pace.
Pace che la società odierna non ti permette di avere, oppressi dal lavoro, dai soldi, dai malori.
Almeno un'oretta la mattina... concedetecela.

martedì, giugno 05, 2007

Le belle orribili foto.

Giorgio Lotti stasera mi ha cambiato la vita.
Chi è Giorgio Lotti? tralasciando battute riconducibili al golf, vi svelo subito chi è Giorgio Lotti.
E' un fotografo... un grande fotografo, quelli di "vecchia razza", quelli che nessuno conoscerà mai nella propria vita.
Fino a due ore fa, quest'arzillo vecchietto mi era totalmente sconosciuto, ora è un eroe. Ma non vi svelo tutto di lui, come dico sempre, mamma google è nostra amica.
Il concetto delle belle orribili foto è qualcosa che distrugge il 90% delle foto che ho fatto nell'arco di 3 anni, ovviamente quelle che già consideravo di ottima fattura. Ebbene sono morto, mi sono autopolverizzato. Me lo meritavo, speravo che succedesse. E con questo non voglio dire che domani mi alzerò e farà foto d'autore. Continuerò a far belle orribili foto, ma con la differenza che al momento giusto, cambierò e realizzerò anche io, nel mio piccolo mondo, qualcosa di sbalorditivo. Qualcosa che nessuno capirà, qualcosa che capiranno tutti.
Ad esempio, la foto del mio cane "west" postata nell'articolo qua sotto, ora la sto guardando con una chiave di lettura differente, e ora capisco perché mi piace tanto, e capisco soprattutto perché non piace così tanto agli altri.
Cosa c'è di straordinario in questa mia riflessione.
C'è che ora so, o meglio dovrò sapere, cosa piace inconsciamente agli altri, dovrò in poche parole sapere cosa sta dietro, davanti e dentro il soggetto prima di potergli fare una foto che piaccia agli altri.
Ebbene io sto dando i numeri stasera, quest'articolo segnerà il mio passaggio, la mia resurrezione da un mondo di confusione. Ma l'avventura non è già finita. Ora mi aspetta un altro mondo di confusione. Forse ancora più difficile da affrontare. Dovrò sacrificarmi. Dovrò fotografare come non ho mai fotografato.