mercoledì, settembre 28, 2011

Traffico intenso. Ci si muove piano e regolare. Alzo lo sguardo e mi sento perso, in mezzo a milioni di comprensibili ma colpevoli vittime della quotidianità. Un rimpianto aleggia al mio fianco, si chiama debolezza, è giunto il tempo di levarmelo dai coglioni. Prendo in mano il fucile, lo premo con decisione sotto il mento, aspetto qualche minuto, giusto il tempo di accettare che per questa esistenza non c'è rimedio che mi assolvi dai miei peccati, poi il flash seguito da un echeggiante squarcio nell'aria.
La prova più dura, il dolore più grande che abbia mai dovuto affrontare.

Rivivo, i demoni sulle mie spalle non mi riconoscono più e mollano la presa. La loro avventura finisce qui, schierati in fila dietro di me non muovono più un passo, riesco a strisciare più avanti e finalmente, dopo tanti anni, mi guardo indietro e riesco finalmente a vederli.

Sofferente mi rialzo, sono nudo e la strada è deserta. Ora, debitore di una seconda chance, ho il dovere di perseguire i miei sogni, affrontare i chilometri che mi rimangono da percorrere lasciando in quel punto, il nuovo chilometro 0, i più fedeli compagni di viaggio che una persona possa avere... i rimpianti.

Un obbiettivo solo: Realizzazione, da perseguire con ogni mezzo possibile.