martedì, luglio 25, 2006

"si pronto"
"si ciao, senti mi passi qualcuno di qualcuno?"

ho evitato di deridere in faccia alla collega, autoriparando il significato della frase e passandogli quel "qualcuno". Ma l'effetto esilarante, passato ormai in secondo piano, mi ha permesso di vedere, come uno sbaglio grammaticale non voluto, possa infondere pensieri profondi e al quanto complessi nella mia mente.

Qualcuno di qualcuno è un po' come dire infinito per infinito, e se già è per un grande matematico difficile concepire l'"infinito", l'infinito per l'infinito stesso, che poi non potrà mai essere lo stesso, è inconcepibile come il concetto di "infinito"+"1".
insomma, quella semplice frase mi ha fatto sentire una merda, infinitamente piccola piccola, che manco la merda del placton può solamente immaginare.
La realtà è davvero allora un illusione, come lo è il tempo, come lo è Elvis.
La realtà che concepisco si basa su un campione infinitamente piccolo di "cose" rispetto al presunto universo, ma che schifo di realtà è allora la mia?
devo smettere di concepire, e cancellare domande e dubbi dalla mia mente con un semplice "ecchissene", e rimettermi a lavorare, per finire questo lavoro che è ritenuto importante, da chi? non da me, per me è spazzatura ormai. bah... vaffanculo

mercoledì, luglio 19, 2006

Oggi è tutto divinamente perfetto. Il cielo è splendido, nemmeno una nuvola sporca il blu paradisiaco mentre il sole, alto in cielo, emana luce calda, caldissima ma godibile grazie alla brezza del vento lievemente fresca che accarezza la nostra pelle. le acque sono tiepide, perfette per potersi immergere senza problemi e allo stesso tempo rinfrescarsi. L'ombra degli alberi può, volendo, offrire un attimo di relax mentre ci si degusta un gelato in costume. Insomma, l'estate è arrivata, ci si affolla sulle spiagge, ci si diverte e non si pensa a nient'altro.
Insomma... un vaffanculo a chiunque in questi giorni sta svaccanto a riva di una spiaggia, un vaffanculo a chi in questi giorni non ha nient'altro per la testa al di fuori della scelta del cocktail da prendere, un vaffanculo a tutti insomma, perchè io, sono qui a lavorare.

martedì, luglio 18, 2006

Ero in riva al lago, la giornata era fresca e delle formiche ai miei piedi si trascinavano senza fatica quello che io definirei "macigno". L'afa era spezzata di tanto in tanto da una leggera brezza marina dotata di variopinti odori, indentificabili rispettivamente in piscia e merda. Si stava bene, il sole era prorompente e senza chiedere stava abbrustolendo i gioielli di famiglia, che più che gioielli, parevano palle di vulcano.
Ma ero comunque felice, euforico e felice di esistere. Prendo una pausa dai servigi di Apollo e mi appiano su una panchina all'ombra. Mi sfilo gli occhiali, impregnati di sudore e liquidi acidognoli.
Tutto d'un tratto, vedo tutto molto più chiaro. Quello che mi circonda è un mondo che non avevo mai visto, un mondo psicadelico, formato da grosse chiazze di colori, sfumature variopinte delle più impensabili tonalità. Il lago è una chiazza unica e uniforme completamente azzurra che si fonde perfettamente con il cielo anch'essa blu, come nei sogni. Gli alberi mi appaiono verdi, con un solo tronco centrale, come se fossero disegnati da mani infantili e ingenue. Ora è tutto più chiaro, il mondo... l'esterno non è mai stato più semplice e bello da vedere, niente sfaccettature, niente complicazione, tutto è più semplice e facile da apprezzare.
E' ora di tornare al fienile, rimetto gli occhiali e realizzo.
Non vedo proprio un cazzo senza occhiali!

giovedì, luglio 13, 2006

Il Triste esodo dei Mondiali.
Tralasciamo chi ha vinto e chi ha perso, la botta morale agli italiani è arrivata, dando addirittura una variazione in positivo del PIL nazionale. Stupefacente, niente da dire.
Tralasciamo le due sciocche morti, di due esaltati (troppo rispetto agli standard), che non conto nemmeno, poichè 2 morti, sono comunque meno dei morti del "sabato sera".
Tralasciamo anche il bisticcio tra la testa di Zidane e la cassa toracica di Materazzi che ha scosso un po' tutti noi.
Tralasciamo pure il fatto che Blatter, il presidente della FIFA che avrebbe dovuto consegnare la coppa agli italiani non si è nemmeno presentato sul podio.
Quello che è veramente riuscito a rovinarmi l'atmosfera lievemente euforica del momento è stata la sottile ironia contenuta in una frase detta con evidente nonchalance dall'UOMO ITALIANO, l'esempio per tutti noi da seguire, il MODELLO padano per eccellenza, la perfezione dell'evoluzione dell'uomo sapiens:


Si proprio lui. Cito così le sue parole direttamente qua sotto, senza censura e quanto meno tagli:
"...vittoria della nostra identità, una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi, ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici, comunisti"

-RIFLESSIONE-
"negri" -> classico caso di invidia del pene
"islamici" -> classico caso di invidia della donna sottomessa
"comunisti" -> a questo non trovo risposta. PERCHE' CALDEROLI I FRANCESI SONO COMUNISTI? PERCHE'??!
l'integrazione razziale in francia è avvenuta molto prima che da noi con una conseguente apparteneza natale di persone di origini non francesi. ma vogliamo ricordargli che così sono gli inglesi, gli americani, la spagna e tanti altri paesi europei? conoscendo il pensiero di calderoli le conclusioni di questa allusione vengono facili da comprendere...
-FINE RIFLESSIONE-

Ovviamente questa frase è giunta ai francesi, che già si appigliano a qualunque specchio pur di rivendicare una vittoria morale, per giungere alla conclusione che siamo un paese razzista.
Io mi chiedo perchè questo schifo di uomo esiste, perchè è sopravvissuto fino ad ora...
Cazzo, intorno a me vedo sparire tanta bella gente che non lo merita, perchè il disegno di Dio comprende l'esistenza di costui? DIO, PERCHE'?

lunedì, luglio 10, 2006

Grosso, rigore decisivo per i mondiali. Berlino, Parigi e Roma tombali.
Passano pochi secondi dal fischio dell'arbitro per straziare il cielo italiano di urla sconosciute al mio orecchio.
Immediatamente mi sono ritrovato in piedi, sudato, sboccato, colto da abbracci amichevoli che goffamente ricambiavo con una pacca sulla spalla gridando "Bella Li!". Avrei potuto gridare "Ammazzati gran figlio di puttana" che mi sarebbe stato ricambiato comunque un sorriso.
Era l'euforia pura, una gioia di inaudita grandezza, o almeno questo era quello che esprimevano le loro facce... Era tutto così strano... io non sono un tifoso, ma dopo pochi minuti ne ero dentro, potevo essere scambiato per un Tifoso e la cosa mi spaventava assai.
Lo vedevo nelle facce delle persone per strada, mi guardavano come un fratello, i loro occhi erano spalancati, inebriati da un droga naturale a cercare lo sguardo di chiunque per condividere qualcosa, anche solo un sorriso, un gesto vittorioso... ero loro fratello.
Non penso che potrò mai più guardare in faccia uno sconosciuto come ho fatto ieri sera per le strade di un paese qualsiasi, mai più potrò farlo, e mai più voglio farlo...
La Vittoria dell'Italia non era vista come una semplice vittoria sportiva, noi avevamo appena vinto una Guerra. E' come se ci fossimo liberati di un peso, la rivincita agli insulti gratuiti ricevuti da praticamente tutti gli stati europei e non, perché, come dicono i veri tifosi "i mammoni mangia pizza e mandolino ve l'hanno messo in culo!".
Il Popolo aveva bisogno di questo, una vittoria morale più che altro... e come non capirli.
Se si potesse disegnare l'italiano medio lo si farebbe con un pallone ai piedi, siamo un popolo cresciuto giocando a pallone, all'oratorio con amici e crescendo alcuni ne hanno coltivato la passione, mischiato all'orgoglio infantile ecco che ci ritroviamo in piazza alle 11 e 30 di notte a gridare come cani... a pensarci è un vero e proprio scempio, ma a viverlo è stata gioia allo stato puro.
Noi abbiamo vinto la coppa del mondo. Ed è in questa frase che si nasconde la verità di tutto quest'entusiasmo, Noi eravamo gli 11 giocatori, Noi con loro abbiamo battuto la Francia e le altre squadre in un duello e abbiamo vinto. Noi.
Italiani, è da stupidi sentirsi uniti in un momento del genere, ma il momento è reale, palpabile nell'aria, e l'illusione di aver vinto qualcosa di grandioso era quasi reale...
Mai una festa della repubblica o dell'unione dell'Italia unirà il popolo italiano come è accaduto ieri sera, semplicemente perché si festeggia un evento commemorativo, non lo si vive sul momento, lo si può solo ricordare.
Concludo questo inutile agglomerato di parole, da uomo incredulo probabilmente un po' più pirla di prima, che non seguirà più il calcio italiano e tanto meno quello estero, che...
Ho provato un emozione nuova, che hanno provato i nostri genitori e che in 22 anni di vita non mi ero mai sognato di provare.

Questo è solo la versione leggibile di quello che ho vissuto ieri sera, 9 luglio 2006, in compagnia di 4 imbecilli.

giovedì, luglio 06, 2006

ho che bello, trallero trallalla.
Dio o chi per esso ha finalmente stravolto le nostre giornate, facendoci toccare con tatto il bagnato, quel bagnato eccitante, quel bagnato... bagnato.
insieme al pianto planetario, sono giunti fulmini seguiti da quei terribili tuoni frastornanti, capaci di incutere ancora un brivido, una paura inconscia che ci fa sobbalzare dalla sedia.
or ora si respira un aria rinfrescata, un aria finalmente respirabile senza incorrere in affanni spasmodici; ma in tutto questo positivismo, c'è anche un lato negativo. quel lato negativo che colpisce sempre chi meno se lo aspetta, quel lato negativo che non verrà mai passato per una testata giornalistica di tutto rispetto, quel lato negativo a cui in effetti non frega un cazzo a nessuno. quel lato negativo che stamattina mi ha colto alle spalle. si proprio a me.
perchè mentre la gente si godeva i fulmini, l'aria fresca, il pc sul quale stavo lavorando da un ora e mezza, ha avuto la brillante idea di spegnersi in seguito a un calo di corrente dovuta al temporale.
si, il dover rifare il lavoro di un ora e mezza, è per me, piccolo omino dell'universo, è un avvenimento drammatico al quale non posso negare una gran bella madonna in veste stradali.
per evitare di prendermi dello stupido, sappiate che quel lavoro non poteva essere salvato e che io, cristiano di battesimo, non credente di fatto, ho pregato perchè non avvenisse quello che è puntualmente successo. invece mi trovo qui, a doverlo rifare, seduto comodamente su una sedia modello "sconfort", mentre sorseggio quell'aria fresca che il tempo ci sta concedendo.

lunedì, luglio 03, 2006

"Pronto?"
"Pronto"
"Pronto?"
"si..."
"Pronto"
"si mi DICA"


questo... l'inizio comunicazione che mi capita di avere per il 70% delle telefonate che ricevo io nel mio ufficio. siamo in 3 a poter rispondere. ma per qualche ragione astratta, codesti imbecilli li becco sempre io.
sono svariati, sopratutto uomini a essere così impacciati. la maggior parte delle volte devi proprio convicerli a parlare, come se aspettassero un consenso visivo che non posso dargli, così li devi tranquillizzare, dargli delle carezze affettuose con la voce. solo allora si scatena la bestia, e iniziano a parlare, iniziando con domande di routine alle quali rispondi senza pensare se effettivamente le conseguenze di una eventuale risposta sbagliata.
iniziano così le domande specifiche, perchè precisiamo, stiamo parlando proprio di loro! i "ricercatori di mercato" omuncoli sottopagati, disperati che pur di mangiare, si fanno carico del lavoro più rompi coglioni esistente per fabbriche che fanno statistiche con un margine di errore paragonabile alla dimostrazione dell'esistenza della barca di noè, con tanto di scheletri degli unicorni rimasti al porto.
se non resistite allo scatto d'ira, evitate di passare per dei cafoni e fatelo con classe.
alla loro domanda "volete che vi legga le norme sulla privecy per l'uso dei vostri dati?"
voi ditegli di SI. costoro vi leggeranno ben 3 pagine in scrittura 7 di diritti e pappardelle trite e ritrite che impiegheranno la simpatica/o interlocutore a sprecare almeno 30 minuti del loro tempo!.
Giordano. parliamone

A Giordano io collego in modo diretto due persone che hanno segnato in qualche modo la mia esistenza e quella di colleghi.
Il primo, è... o almeno lo era, un professore dell'ITIS che ho frequentato pe cinque anni, di una materia che fortunatamente non mi è toccato imparare. La sua Leggenda lo precedeva ovunque, si dice che la sua aurea negativa fosse portatrice di disgrazie; come non poter ricordare il ragazzo che (preferiamo non riesumarne il nome) dopo aver preso un brutto voto, avviandosi in sala mensa sulle scale incontrò l'innominabile, il quale lo toccò sulla spalla dicendogli: "andrà meglio la prossima volta!", appena voltato, e scomparso per il piano superiore, il ragazzo rotolò funestamente giù per le scale, rompendosi un braccio. questa è la più famosa delle Leggende, le altre, per paura, non sono mai state rese note al pubblico di sesso femminile e ai minori di 18 anni.
il secondo invece è, e sfortunatamente lo è tutt'ora, il quanto meno più famoso Mario Girdano. direttore del pluri premiato telegiornale Italia 1. (chi è lo stronzo che l'ha premiato?)
il ragazzo prodigio, che sembrava voler rivoluzionare il mondo, con il suo modo da 20 enne diplomato ad harward, appena assunto alla direzione del "telegiornale" di italia 1 sembrava la svolta neccessaria per mediaset ad avare un telegiornale non solo di nome ma anche di fatto.
invece mi ritrovo qui. dopo svariati anni di sua direzione, a mostrarmi sinceramente deluso e profondamente schifato dal lavoro che ha, e sta portando avanti.

giordano, la mia stima nei tuoi confronti è paragonabile a quella che ho verso un paragnosta