lunedì, maggio 22, 2006

GLI ANTI-ECOLOGISTI!


Non ci volevo credere, esistono gli anti-ecologisti.
l'ho letto qui, in quest'articolo: http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/esteri/energy/energy/energy.html

in questo articolo, mi ha affascinato come gli anti-ecologisti fanno pubblicità positiva all'anitride carbonica, ad esempio la frase "I carburanti che producono Co2 ci hanno liberato da un mondo di lavori che ci spaccavano schiena, accendendo la nostra vita, permettendoci di creare e spostare le cose di cui abbiamo bisogno, le persone che amiamo". Ha scosso le mie membra e dopo una sonora risata, mi sono chiesto chi è l'imbecille che ha scritto queste cose. (Fred L. Smith, cercate in google)

Possiamo essere di destra o di sinistra, pro o contro gli ecologisti, ma penso che tutti dovremmo essere consapevoli che l'anitride carbonica prodotta dai motori a scoppio, è stato, ed è tutt'ora un ottima alternativa alla camera a gas in città.
Mi chiedo come oggi si possa affermare che l'anitride carbonica ci abbia salvato... ci ha industrializzato, ci ha permesso di muoverci ok, ma a che prezzo?
La loro posizione mi sembra del tutto ridicola, difendere l'inquinamento non lo vedo possibile dal punto di vista logico... mah.. qualcuno magari riesce a spiegarmi meglio il perchè della loro posizione? sono sempre pronto a ricredermi (non è vero).
l'uomo può commettere errori, ma una volta scoperti, vien logico pensare di correggerli. il perchè non sia stato fatto ad esempio in campo industriale, dove si usa ancora il carbone, e in campo automobilistico, dove si usa ancora la benzina, rimane tutt'ora per me un incognita alla quale nn so rispondere. anzi si, ma non ho intenzione di scriverlo (troppo lungo).

venerdì, maggio 19, 2006

E tuto intoro a tè, laife is naoo...
una telefonata allunga la vita, e rimedia uno scudetto.

La mia capacità di concepire il vero dal falso, il giusto dal sbagliato e infine una donna da un uomo, comincia a vacillare.
Per quanti anni riuscirò a mantenere il mio stato psicofisico inalterato? per quanto ancora riuscirò a guardare fuori dalla finestra e vedere l'albero decennale davanti casa invece che il progresso diffondersi?
forse non importa tanto sapere quando. forse la verà verità (scusate la doppietta) è sapere come.

quando ero bambino non vedevo, perchè non c'era niente da vedere.
i bambini parlano tra loro, e ci si comprendeva senza tanti problemi. oggi è un disastro.
io non capisco più nessuno. o per lo meno, li capisco ma non li comprendo.
sono stufo di certe persone, sono irritato a sentirle parlare. i loro argomenti oscillano in forma sinusoidale tra una stronzata più o meno interessante ad un'altra meno interessante, ma sempre di stronzate di tratta.
la superficialità sfocia dando i suoi frutti migliori quando si iniziano a trattare argomenti che comprendono una sfera al di fuori della loro personale.
non ci riesco più, parlare sta diventando sempre di più una rutine e non più voglia di scambiare idee.
le persone che la pensano in equalmodo (la sinusoidale, ricordate?) fanno gruppo, forte e solidale come del budino.
mi sento un idiota, ci ho provato ma proprio il risultato è quello di sentirmi un idiota.
esempio grezzo:
2 ragazze, incontrano una loro amica dopo mesi che non si vedono
"hei ciao! sono mesi che non ci vediamo"
"si hai ragione, hai visto l'ultima puntata di O.C.?"

e queste iniziano a parlare del telefilm in questione. il mio cervello, decisamente traumatizzato da codesta bambineria formulò istantaneamente 3 possibili soluzioni:
1) ucciderle
2) spiegargli come questi telefilm trattino sempre gli stessi argomenti, portando al limite del concepibile situazioni più o meno anormali e favorendo un'incapacità di pensiero autonomo poichè ci si fa suggestionare da questi ultimi per la risoluzione di problemi comuni a tutte le persone del mondo.
3) intervenire sull'argomento, dichiarando che beverly hill 90610 era molto più bello e interessante e che luke perry nel frattempo era morto di vecchiaia.

alla fine optai per la 4 soluzione, frutto di un efficace calcolo parametrico.
4) lasciarle fare, fare l'indifferente e assumere un'espressione da solitario misterioso e intellettuale così da suscitare interesse nei miei confronti.

ovviamente O.C. mi batte 2 a 1, e io mi limito a guardare le vetrine insieme ad un'altro ragazzo scocciato come me, ma tengo a preciare, meno di me.

l'ultima serata che ricordo con piacere, che mi è rimasta in testa, è stata quella passata con un mio amico, a parlare di economia e strategie di marketing possibili a finalizzare la nostra ricchezza e/o povertà. finimmo col pensare a un modo per brevettare e quindi chiederne i diritti (soldi) quando esse vengono usate. si, saremmo ricchi se riuscissimo a brevettare le vocali.
ovvio, non vorrei che pensiate male, o che tu pensi male (si proprio tu), altre serate alle quali non riuscirei a rinunciare sono quelle passate con lei, istigatrice dei miei più subdoli pensieri, musa del mio romanticismo, corpo di soddisfazioni, anima da amare.

martedì, maggio 02, 2006

bella, bellissima.
Era nato ormai un sentimento troppo grande da nascondere agli altri. tutti dovevano sapere cosa provavo per lei.
perchè lei è così bella, così superlativa...
Ero sicuro che lei provava lo stesso per me, me lo diveva il suo sguardo ogni qual volta che cadeva su di me.
Lei è molto timida, non parla con nessuno, tranne che con me. nei miei trent'anni di vita non ero mai riuscito a creare un rapporto così intimo, lei però mi spianò la strada e mi permise di avvicinarmi, di toccarla.
La baciai, così intensamente, che le tolsi il leggero trucco che aveva sulle sue fini labbra.
L'amavo, così tanto che non vedevo altro che lei.
Non mi era stato ancora possibile portarla fuori a cena per via del suo lavoro, che non poteva essere interrotto... mai.
Le mie attenzioni col tempo divennero forse eccessive nei suoi confronti, tanto da suscitare dubbi al suo datore di lavoro che mi squadrava ogni qual volta mettevo piede nel negozio.
Dovevo cambiare, dovevo portarla via da li. Si meritava di meglio.
andai verso sera, quando ormai il negozio stava per chiedere così da non trovare troppa gente, ero ormai pronto a tutto, anche rapirla.
"dlin dlon" la porta annunciò la mia entrata, e subito mi diressi al suo posto di lavoro.
la guardai, con le lacrime agli occhi gli domandai se voleva venire via con me, lontano da tutto questo schifo.
lei rimase immobile, e come sempre puntava il suo sguardo in alto, verso l'orizzionte nel quale confinava i suoi sogni. Le dissi che i suoi sogni erano i miei e che volevo farla felice, ma lei niente. di sasso.
arrivò l'inserviente, che noncurante delle mie lacrime, la spoglio... lei rimase nuda per qualche secondo, io, sgomentato, scappai via, capendo che lei non poteva essere mia. la voglia di morire mi prese e il primo ponte che trovai sarebbe stato il trampolino di lancio per il non ritorno.

l'inserviente rivestì l'amata con semplice bikini, era arrivata la stagione estiva, e lei continuo a lavorare, in quel lurido buco.