martedì, luglio 18, 2006

Ero in riva al lago, la giornata era fresca e delle formiche ai miei piedi si trascinavano senza fatica quello che io definirei "macigno". L'afa era spezzata di tanto in tanto da una leggera brezza marina dotata di variopinti odori, indentificabili rispettivamente in piscia e merda. Si stava bene, il sole era prorompente e senza chiedere stava abbrustolendo i gioielli di famiglia, che più che gioielli, parevano palle di vulcano.
Ma ero comunque felice, euforico e felice di esistere. Prendo una pausa dai servigi di Apollo e mi appiano su una panchina all'ombra. Mi sfilo gli occhiali, impregnati di sudore e liquidi acidognoli.
Tutto d'un tratto, vedo tutto molto più chiaro. Quello che mi circonda è un mondo che non avevo mai visto, un mondo psicadelico, formato da grosse chiazze di colori, sfumature variopinte delle più impensabili tonalità. Il lago è una chiazza unica e uniforme completamente azzurra che si fonde perfettamente con il cielo anch'essa blu, come nei sogni. Gli alberi mi appaiono verdi, con un solo tronco centrale, come se fossero disegnati da mani infantili e ingenue. Ora è tutto più chiaro, il mondo... l'esterno non è mai stato più semplice e bello da vedere, niente sfaccettature, niente complicazione, tutto è più semplice e facile da apprezzare.
E' ora di tornare al fienile, rimetto gli occhiali e realizzo.
Non vedo proprio un cazzo senza occhiali!

Nessun commento: