Grosso, rigore decisivo per i mondiali. Berlino, Parigi e Roma tombali.
Passano pochi secondi dal fischio dell'arbitro per straziare il cielo italiano di urla sconosciute al mio orecchio.
Immediatamente mi sono ritrovato in piedi, sudato, sboccato, colto da abbracci amichevoli che goffamente ricambiavo con una pacca sulla spalla gridando "Bella Li!". Avrei potuto gridare "Ammazzati gran figlio di puttana" che mi sarebbe stato ricambiato comunque un sorriso.
Era l'euforia pura, una gioia di inaudita grandezza, o almeno questo era quello che esprimevano le loro facce... Era tutto così strano... io non sono un tifoso, ma dopo pochi minuti ne ero dentro, potevo essere scambiato per un Tifoso e la cosa mi spaventava assai.
Lo vedevo nelle facce delle persone per strada, mi guardavano come un fratello, i loro occhi erano spalancati, inebriati da un droga naturale a cercare lo sguardo di chiunque per condividere qualcosa, anche solo un sorriso, un gesto vittorioso... ero loro fratello.
Non penso che potrò mai più guardare in faccia uno sconosciuto come ho fatto ieri sera per le strade di un paese qualsiasi, mai più potrò farlo, e mai più voglio farlo...
La Vittoria dell'Italia non era vista come una semplice vittoria sportiva, noi avevamo appena vinto una Guerra. E' come se ci fossimo liberati di un peso, la rivincita agli insulti gratuiti ricevuti da praticamente tutti gli stati europei e non, perché, come dicono i veri tifosi "i mammoni mangia pizza e mandolino ve l'hanno messo in culo!".
Il Popolo aveva bisogno di questo, una vittoria morale più che altro... e come non capirli.
Se si potesse disegnare l'italiano medio lo si farebbe con un pallone ai piedi, siamo un popolo cresciuto giocando a pallone, all'oratorio con amici e crescendo alcuni ne hanno coltivato la passione, mischiato all'orgoglio infantile ecco che ci ritroviamo in piazza alle 11 e 30 di notte a gridare come cani... a pensarci è un vero e proprio scempio, ma a viverlo è stata gioia allo stato puro.
Noi abbiamo vinto la coppa del mondo. Ed è in questa frase che si nasconde la verità di tutto quest'entusiasmo, Noi eravamo gli 11 giocatori, Noi con loro abbiamo battuto la Francia e le altre squadre in un duello e abbiamo vinto. Noi.
Italiani, è da stupidi sentirsi uniti in un momento del genere, ma il momento è reale, palpabile nell'aria, e l'illusione di aver vinto qualcosa di grandioso era quasi reale...
Mai una festa della repubblica o dell'unione dell'Italia unirà il popolo italiano come è accaduto ieri sera, semplicemente perché si festeggia un evento commemorativo, non lo si vive sul momento, lo si può solo ricordare.
Concludo questo inutile agglomerato di parole, da uomo incredulo probabilmente un po' più pirla di prima, che non seguirà più il calcio italiano e tanto meno quello estero, che...
Ho provato un emozione nuova, che hanno provato i nostri genitori e che in 22 anni di vita non mi ero mai sognato di provare.
Questo è solo la versione leggibile di quello che ho vissuto ieri sera, 9 luglio 2006, in compagnia di 4 imbecilli.
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