Fiera Milano Unica, 16 febbraio ’10.
Un nuovo inizio. Una nuova camicia a righe firmata Casati, Vecchi jeans resuscitati per l’occasione firmati Giorgio Armani.
Rifletto.
Due anni nel Buio, due anni che non scrivo una parola se non per inserire i miei dati anagrafici in squallidi database aziendali.
Fiera Milano Unica, 17 febbraio ’10
Un nuovo giorno. Una nuova camicia fantasia firmata Somers, stessi vecchi jeans firmati dal buon vecchio Armani.
Rifletto.
La gente, questa massa raggruppabile in un’unica entità. Si muove male, disarticolata, senza uno scopo preciso. Sogniamo e siam tutti desti. L’entità deve morire.
Muove il mercato, muove l’economia, muove l’aria che respiro, muove le macchine che inquinano l’aria che respiro, muove i miei coglioni su e giù, su e giù, su e giù, su e giù, su e giù…
Non c’è modo di fermarli… i miei coglioni.
Fiera Milano Unica, 18 febbraio ’10
Ultimo giorno. Ultima camicia quadrettata firmata Oggioni Ivan, soliti jeans sgargianti firmati Armani.
Rifletto la luce.
Oggi potrei essere scambiato per il tavolo sul quale lavoro. Immobile, essiccato da una lampada alogena fissata con del calcestruzzo sopra le nostre teste. 4000 watt di potenza… friggitrici alogene e noi siamo le patatine.
Potremmo effettivamente paragonarci ad un fast food tessile, ed io ricopro il ruolo di cassiere…
“Cosa volete?
Il mio rene? Lo vuole ben cotto o al sangue?
No, non si preoccupi, ne abbiamo in abbondanza”
Rifletto il buio.
Senza più picchi emozionali conduco una vita tranquilla, infastidita solo da pochi imbarazzanti momenti lavorativi. Ho fatto più cose in questi due anni di buio che nei precedenti ventiquattro anni di vita… eppure non ho scritto nulla.
Forse avevo trovato la pace dei sensi e non sentivo il bisogno di scrivere, ma forse oggi è cambiato qualcosa, una scintilla in una stanza buia ha illuminato le pareti, gli oggetti e ne ho appreso i colori, le forme… oggi il buio ha meno segreti di ieri e forse un giorno Thomas Edison illuminerà il resto.
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